Obiettivi della ricerca
Le motivazioni che mi hanno condotto alla determinazione di dedicarmi all’armagnac sono duplici e dirette ad ambiti e scopi totalmente diversi: il mondo della Guascogna, che amo profondamente e il consumatore italiano, mediamente assai digiuno d’informazioni sull'argomento.
Da un lato quindi il lettore prenda atto dello stato d’animo dello scrivente, facendogli grazia di un approccio appassionato, ma non scevro della correttezza necessaria per ottenere un compendio sufficientemente esaustivo.
Dal lato italico si potrà cogliere un intento forse velleitario; anche solo sperare che un libro possa influire sulle scelte altrui pare francamente presuntuoso.
Ho semplicemente cercato di fare chiarezza, fermamente convinto che da questa scelta non possano mai derivare danni.
L’obiettivo prioritario che mi sono posto è quello di aiutare il consumatore curioso a conoscere l’armagnac e possibilmente a non perdersi nella scelta dello stesso.
La prima difficoltà per chi non abbia dimestichezza con l’armagnac è capire cosa stia bevendo, da dove provenga, chi lo produca e soprattutto come sia prodotto; il mio impegno é dedicato sostanzialmente a questo.
A questo scopo segnalo una caraffa in terracotta acquistata dal sottoscritto e desolatamente vuota di ogni contenuto, essendo priva di vernice smaltata. Fu messa in commercio in Italia per l’occasione delle Olimpiadi del 1960 e l’etichetta è scritta in greco (ricorda vagamente un ostrakon). Manifesterei uguale perplessità se fosse stata scritta in latino; sarebbe stata comunque più coerente, in fondo erano le Olimpiadi di Roma.
Fuor d’ironia, ovviamente ci sono anche notizie riguardanti territorio, clima, storia e altro; sono informazioni che ritengo indispensabili per una conoscenza e una valutazione più approfondita del prodotto.
Partendo da quest’assunto ho cercato di ottenere tutte le notizie possibili consultando le pubblicazioni disponibili, che non sono poi moltissime e sono tutte di matrice straniera. Non risultandomi al momento nessun testo di autori italiani espressamente dedicato all’armagnac, ho avuto un ulteriore stimolo a tentare di colmare la lacuna.
Ho cercato quindi, mantenendomi il più possibile imparziale, di fornire il massimo delle notizie utili a tutti quelli che vogliono conoscere il prodotto oggetto del nostro comune interesse.
A questo si aggiunge il tentativo di far pervenire al lettore alcune informazioni che consentono anche una visione storica della produzione di armagnac; un semplice gesto di amore nei confronti della gente di Guascogna e un tentativo di rappresentare un aspetto abbastanza sottaciuto dai vari studiosi appassionati di quest’acquavite.
Ovviamente non faccio riferimento a quel centinaio di produttori molto noti, ma a tutti quei piccoli vignaioli o commercianti che hanno operato in questo settore, magari solo per qualche tempo.
Il terzo obiettivo è legato alla mia componente collezionistica. Per alcuni aspetti si può vivere come una totalizzante e solipsistica gioia, per altro verso chi nutre questa passione diventa anche custode di un presente frettolosamente definito minore. O di un passato che raramente raggiunge la certificazione della storia ufficiale.
Chiarisco ulteriormente la “missione” personale.
Prima di tutto desidero inquadrare correttamente il prodotto mettendo a fuoco le caratteristiche che gli attribuiscono unicità, in modo tale da capire, ad esempio, la diversità fra il cognac e l’armagnac, poi segnalare le diversità documentate fra i vari tipi di armagnac e infine le caratteristiche dei vari marchi commercializzati nel tempo.
Ho limitato le mie osservazioni ad alcuni elementi caratterizzanti il prodotto: il marchio, il produttore, la zona, la natura del suolo utilizzato da ogni produttore, la denominazione di origine di appartenenza (armagnac, bas armagnac, ténarèze, haut armagnac), il metodo di distillazione (continuo o doppio), il vitigno utilizzato, il tipo di legno usato per la costruzione delle botti (quindi per l'invecchiamento), le varie tipologie (VSOP, XO, Hors d’Age, ecc.), gli anni di invecchiamento, le edizioni particolari (Singularia)i millesimi ed il possesso dell’alambicco.
Le altre notizie (indirizzo, telefono, siti web, mail, visita alla cantina) servono soprattutto a entrare in contatto con i produttori.
Trapelerà il mio profondo attaccamento alla tradizione perché penso che le scelte fatte nell’arco di tante generazioni non siano mai frutto del caso; lo stesso accade per la gente di Guascogna.
Onde evitare il polemico stravolgimento di alcune annotazioni, dichiaro quindi in apertura che, almeno in questo campo, parteggio per i conservatori.
Nella parte dedicata alle esperienze fatte in tanti anni di frequentazione in Guascogna; il lettore potrà notare che in tutte le citazioni non compare quasi mai una valutazione del prodotto.
Comprendo che l’assenza di una valutazione personale possa apparire un limite; in ogni caso ripeto che non ho alcuna autorità in merito e non la desidero neppure.
In ultimo esiste un altro motivo per astenermi da queste valutazioni: i miei assaggi risalgono a tempi anche molto lontani, per cui le cose possono essere cambiate e in ogni caso avrebbero solo il crisma della soggettività.
Come confermato dallo studio di sette titolati ricercatori in “L’Armagnac, un produit, un pays” del 1992:
“Nonostante le regole e il vocabolario abbiano codificato e verificato con cura (la degustazione), si sa che l’approccio alla qualità degustativa resta tributario, anche presso l’assaggiatore più affilato, di una certa soggettività e la stessa si riduce sovente a delle impressioni confuse e senza nome presso gli appassionati medi”.
Per cercare di soddisfare la curiosità di chi confida nei pareri autorevoli degli esperti e degli addetti ai lavori, segnalo in bibliografia alcune guide cui far riferimento, nelle quali compare comunemente la parte della degustazione.
Il ruolo dell’enoteca di fiducia, la visita diretta dei bellissimi luoghi di produzione, la conoscenza personale dei produttori e del mondo guascone, un assaggio consapevole dell’armagnac, un aggiornamento continuo su questa realtà in evoluzione, restano i soli consigli che mi sento di dare all’acquirente attento, che conquisterà comunque il merito di far da stimolo a una produzione e a una distribuzione sempre più qualificata.